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Donare i polmoni: una scelta per la vita

Ultimo aggiornamento 20/04/2023
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Che cos’è la donazione di organi?


La donazione di organi è la rimozione di organi dal corpo umano dopo che la persona è deceduta. Essi vengono donati a persone che necessitano di sostituire i propri organi danneggiati. Un trapianto può salvarle, aumentare la loro aspettativa e qualità di vita.

Ogni persona ha la possibilità di scegliere se vuole che i suoi organi vengano donati dopo la morte. Nella maggior parte dei Paesi, gli operatori sanitari devono verificare se una persona in buona salute non vuole che i suoi organi vengano donati in caso di morte.

Nel prendere questa decisione, non c’è una risposta giusta e una sbagliata; è importante tuttavia che i vostri congiunti siano a conoscenza delle vostre intenzioni, poiché questo li aiuterà a prestare o meno il consenso alla donazione dei vostri polmoni.

Quando posso diventare donatore?


La maggior parte degli organi viene donata quando una persona ha subito un grave trauma che ha seriamente compromesso il cervello e la capacità di respirare. Il cuore è mantenuto in vita da fonti artificiali ma la persona è incapace di respirare autonomamente.

La maggior parte degli organi viene donata quando una persona ha un danno cerebrale irreversibile dovuto a un grave trauma o a un ictus. Si tratta della morte cerebrale. Quando ciò accade, il cuore e i polmoni non possono funzionare da soli; il battito cardiaco e la respirazione sono mantenuti dalla ventilazione artificiale. I criteri per definire la morte cerebrale sono stabiliti dalla legge e variano da un Paese all’altro.

Fibrosi cistica (FC)

Nei casi gravi di fibrosi cistica (FC), quando i polmoni smettono di funzionare, si raccomanda un trapianto. Se la malattia interessa entrambi i polmoni, è sempre necessario un doppio trapianto. L’età di questi pazienti quando ricevono i nuovi polmoni è compresa tra i 20 e i 30 anni.

Broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO)

Il trapianto di polmone rappresenta un’opzione solo per un numero limitato di pazienti affetti da BPCO e solo dopo aver provato altri trattamenti (tra cui la riabilitazione polmonare). La maggior parte dei Paesi prevede un limite massimo di età per essere candidati al trapianto, poiché per le persone anziane la probabilità di sopravvivenza è più bassa. Un intervento più comune consiste nel rimuovere una sezione del polmone non più funzionante per dare più spazio al polmone sano, oppure bloccare le aree non funzionanti.

Deficit dell'alfa-1 antitripsina (AATD)

I pazienti affetti da questa condizione possono necessitare di trapianto polmonare singolo o doppio. In alcuni casi si sviluppa anche una patologia epatica cronica, che potrebbe richiedere anche un trapianto di fegato. Come per tutte le altre condizioni, si tratta solo di un’opzione a cui ricorrere dopo che tutte le altre opzioni terapeutiche sono risultate inefficaci.

Malattie polmonari interstiziali (ILD), come la fibrosi polmonare (FP) o la sarcoidosi

I pazienti colpiti da forme gravi e croniche di queste patologie rare possono essere candidati al trapianto polmonare, anche se questo non rappresenta il trattamento consueto in questa malattia.

Ipertensione polmonare (IP)

Per chi presenta un’ipertensione polmonare grave, il trapianto cuore- polmone può essere un’opzione. Poiché però esso comporta il trapianto di polmoni sani e di cuore da un donatore, le opportunità di realizzarlo sono minime.

Carcinoma polmonare

Il trapianto polmonare non è possibile in chi ha sviluppato un carcinoma polmonare, poiché è probabile che il cancro colpisca anche i polmoni nuovi.

Trapianti di polmone


Se una persona affetta da grave patologia polmonare ha provato tutte le altre opzioni terapeutiche e la condizione non ha subito miglioramenti, può essere candidata a un trapianto di polmone. Il team addetto al trapianto si assicura che i polmoni siano donati a persone che ne trarranno il massimo beneficio e che si prenderanno cura di questo dono. Chi continua a fumare, per esempio, non può essere candidato al trapianto di polmone. Nel 2021, la probabilità che una persona sottoposta al trapianto di polmone potesse sopravvivere almeno 3 anni era tra l’80 e l’85%. Chi è in lista d’attesa per un trapianto di polmone normalmente è molto malato e la sua aspettativa di vita non va oltre i 18 mesi. La qualità di vita è in genere molto compromessa. I polmoni sono in pessime condizioni e per poter respirare i pazienti possono necessitare di ossigeno anche 24 ore al giorno, o usano una sedia a rotelle per muoversi. A seconda della loro condizione, possono essere sottoposti a trapianto polmonare singolo o doppio, o a trapianto sia di cuore che di polmone.

Ciò è comune in molte patologie polmonari.

Come può cambiare la vita di qualcuno?


Il trapianto è l’ultima opzione rimasta per ottenere un miglioramento significativo della funzione dei polmoni e dare a una persona un’ulteriore possibilità di vita. I tre casi di studio riportati di seguito mostrano storie personali di trapianti di polmone:

Quali sono i rischi di un trapianto?


Il rischio maggiore è che l’organismo rigetti il polmone nuovo. Il rigetto è provocato dal sistema immunitario che attacca il tessuto nuovo, pensando che sia dannoso. Ciò può provocare una riduzione della funzione polmonare, entro breve o lungo tempo. Vi sono vari e numerosi farmaci che si possono assumere per provare a impedire che il sistema immunitario rigetti l’organo.

Come si fa a donare i polmoni?


La procedura da seguire per la donazione di organi varia da un Paese all’altro. In alcuni Paesi europei, come la Spagna, l’Austria e il Belgio, i cittadini sono considerati automaticamente donatori, anche se la famiglia viene comunque interpellata al momento della morte. Si può anche esprimere attivamente il consenso, nel qual caso la famiglia verrà solo informata della decisione, oppure negare il consenso se non si vuole che i propri organi vengano riutilizzati.

In altri Paesi è necessario offrirsi volontariamente e dare il proprio consenso per la donazione degli organi al momento della morte. È importante sapere che sarà un medico, che non vi ha curato direttamente, a decidere se i vostri organi sono adatti alla donazione.

Un sito utile da cui iniziare è quello del Global Observatory on Donation and Transplantation.

Quali sono i fattori che potrebbero impedire l’uso dei miei organi?


Esistono vari motivi per cui gli organi potrebbero essere non adatti alla donazione, anche se si è prestato il proprio consenso a donarli.

Condizioni cliniche: si possono usare solo organi che funzionano bene. Se avete un tumore, l’HIV o una malattia infettiva è poco probabile che i vostri organi vengano utilizzati.

Danni: in caso di morte per trauma, gli organi potrebbero essere troppo danneggiati per essere utilizzati.

Consenso della famiglia: in alcuni Paesi europei, in caso di morte occorre consultare le famiglie e ottenerne anche l’autorizzazione a donare gli organi.

Anche se si è prestato il proprio consenso, la decisione può sempre essere modificata dalla famiglia. Ecco dunque perché è importantissimo discutere preventivamente i propri desideri con la famiglia e con gli amici, in modo che possano saperli.

La donazione di organi tra un Paese e l’altro


La donazione di organi tra Paesi europei è una questione molto complessa. Alcuni Paesi operano autonomamente e non permettono che organi donati al proprio interno siano destinati a un paziente di un altro Paese. Altri Paesi, come quelli scandinavi, fanno parte di una rete (nel loro caso la rete Scandiatransplant), che permette lo scambio di organi e tessuti tra centri trapianti associati di cinque nazioni diverse. Funziona così anche in Austria, Belgio, Croazia, Germania, Lussemburgo, Olanda e Slovenia, membri della Eurotransplant International Foundation.

L’azione della UE


La richiesta di organi è molto superiore alla disponibilità su tutto il territorio europeo. Queste carenze possono generare traffici di organi, in cui criminali tentano di rubare e trafficare organi in altri Paesi dietro ricompensa, il che è severamente condannato dalle società della salute polmonare e dei trapianti di tutta Europa.

Nel 2008 l’Unione Europea ha proposto un “Piano d’azione per la donazione e il trapianto di organi” per il periodo 2009-2015. Negli ultimi anni sono stati lanciati appelli per un nuovo intervento che seguisse questo piano. Per saperne di più sull’attuale strategia dell’UE, è possibile consultare il loro sito web: : http://europa.eu/legislation_summaries/public_health/threats_to_health/sp0007_fr.htm

Approfondimenti


L’Organizzazione Mondiale della Sanità (World Health Organization, WHO) ha definito una serie di “Principi guida per i trapianti”. Per capire meglio i principi etici correlati al trapianto proposti dalla WHO, visitate il sito : www.who.int/transplantation.

Eurotransplant: www.eurotransplant.org

Scandiatransplant : www.scandiatransplant.org

Questo documento è stato redatto con l’aiuto della Prof Gilbert Massard.