Le persone affette da sindrome da sofferenza respiratoria acuta ricevono spesso un trattamento inadeguato, secondo quanto scoperto da uno studio

Un team internazionale di ricercatori ha scoperto che la sindrome da sofferenza respiratoria acuta (dall’acronimo inglese ARDS, Acute Respiratory Distress Syndrome) è sottodiagnosticata e che spesso le persone affette da questa patologia ricevono un trattamento inadeguato.


Un team internazionale di ricercatori ha scoperto che la sindrome da sofferenza respiratoria acuta (dall’acronimo inglese ARDS, Acute Respiratory Distress Syndrome) è sottodiagnosticata e che spesso le persone affette da questa patologia ricevono un trattamento inadeguato.

L’ARDS è una patologia potenzialmente letale a causa della quale i polmoni non sono in grado di fornire abbastanza ossigeno al resto dell’organismo.

Lo studio, pubblicato sul Journal of the American Medical Association, ha coinvolto 459 reparti ospedalieri di terapia intensiva situati in 50 diversi paesi, distribuiti in cinque continenti.

I ricercatori hanno osservato i soggetti per un periodo di 4 settimane, nell’inverno 2014. Durante tale arco di tempo, gli studiosi hanno monitorato 3022 persone ricoverate nei reparti di terapia intensiva che presentavano sintomi indicativi dell’ARDS.

Essi hanno rilevato che 2377 persone fra quelle osservate hanno sviluppato l’ARDS durante le prime 48 ore di ricovero in terapia intensiva, e hanno poi ricevuto il trattamento.

In media, soltanto nel 51% delle persone con ARDS lieve e nel 78,5% di quelle con ARDS grave era stata identificata la malattia dai professionisti sanitari. È stato inoltre osservato che, in numerose occasioni, alle persone con ARDS non è stato offerto il trattamento raccomandato o quello più adeguato.

Secondo i ricercatori, i risultati dello studio dimostrano che spesso l’ARDS è sottodiagnosticata dai professionisti sanitari e che la gestione dei pazienti con questa patologia potrebbe essere migliorata.

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