La storia di Federica

Federica è membro del Comitato consultivo dei pazienti (PAG) bronchiectasie infantili della ELF e ha una figlia italiana di 15 anni affetta da bronchiectasie bilaterali. Federica condivide la sua esperienza con la transizione. 

Ultimo aggiornamento 10/06/2024
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Buongiorno, sono la mamma di Anna, 15 anni. Le è stata diagnosticata una bronchiectasia bilaterale all’età di 4 anni. 

Dalla nascita è sempre stata bene poi, quando è iniziato l’asilo, siamo passati dalla gioia alla tristezza nel vedere Anna sempre malata ogni 10 giorni circa. 

Tra le altre cose, un piccolo raffreddore si è trasformato rapidamente in bronchite e broncopolmonite. Quindi ovviamente è stata ricoverata in ospedale, prima per una polmonite al polmone destro e poi un’altra volta per il polmone sinistro, sempre con l’ossigeno. Dopo diversi ricoveri in ospedale, mi è stato detto che era normale per i bambini che andavano all’asilo e che molte polmoniti guarivano in una settimana e che ero troppo ansiosa. 

Poi c’è stato un Natale in cui Anna stava molto male, è stata ricoverata in un altro ospedale e qui, adifferenza dell’altro ospedale, il primario, dopo la mia richiesta di aiuto, ha fatto una TAC. Così le èstata diagnosticata la bronchiectasia bilaterale. 

Da quel momento non abbiamo più mandato Anna all’asilo… siamo stati assistiti da un medico specifico il cui numero e recapiti ci erano stati forniti dal primario che aveva eseguito la TAC. 

Adesso che Anna ha 15 anni posso dire che è una ragazza dal carattere forte e determinata. Frequenta il secondo anno delle superiori. Quando ha un forte raffreddore, iniziamo con gli antibiotici (a volte a cicli quando ha la febbre molto alta). Anna fa esercizi di respirazione con l’aerosol da sola da circa 10 anni. La sera prima di andare a letto usa l’aerosol e fa gli esercizi di respirazione. Lo fa senza problemi e non si è mai rifiutata né lamentata, probabilmente perché la fanno sentire meglio. 

Abbiamo prolungato l’assistenza pediatrica fino a 16 anni. Per quanto riguarda il passaggio a un medico per adulti, non ci stiamo ancora pensando perché manca qualche mese, ma sono tranquilla anche perché so che il nostro attuale medico ci aiuterà in questa transizione. Secondo me è importante non sentirsi “soli”, e un aiuto psicologico sarebbe una gran cosa.